Il Libro rosso della Città di Patti fonte di studio Universitaria

Le origini e lo sviluppo del sistema di amministrazione pubblica all’interno del Comune di Patti dal XII al XVI secolo è stato al centro del convegno internazionale “Accounting [in] History over time, space, and subjects: tradition, innovation, and hybridisation”
Il workshop è stato organizzato dal dipartimento di Economia dell’Università di Messina ed ha visto la partecipazione dell’assessore comunale di Patti Salvatore Sidoti, che ha presentato lo studio dal titolo “The Liber Rubens of the Commune of Patti : A Diachronic an synchronic approch to enhance an understanding of evolution and dynamics of its local universitas”, coautore dell’articolo con i professori Carmelo Marsica e Nicola Rappazzo dell’Università di Messina e la prof.ssa Karen McBride dell’Università inglese di Portsmouth.

“Il Libro Rosso – ha spiegato Sidoti – rappresenta una risorsa preziosa per comprendere l’evoluzione del sistema amministrativo del Comune e sostenere l’idea che le norme municipali, i documenti amministrativi e contabili possono anche svolgere una funzione di supporto nella costruzione e nel consolidamento “dell’egemonia politica” di un’élite al potere”.

Il Libro Rosso, così chiamato per il colore della fodera in carta pergamena, fa parte dell’archivio storico comunale e rappresenta una preziosa testimonianza della vita giuridica, sociale ed economica della città di Patti. Redatto nella seconda metà del XVI secolo è composto da 233 pagine e conserva documenti e carteggi a far data dall’anno 1561. Il testo contiene documenti, sia in originale che in copia, inerenti privilegi, concessioni, capitoli, consuetudini, giuramenti dei vescovi, sentenze, titoli e statuti che interessavano la città. Sono stati scritti in parte in latino e parte in volgare dei tempi ed anche in spagnolo. Pur essendo iniziato ad essere compilato nel 1581 all’interno sono presenti trascrizioni di atti anche di periodi precedenti. Il più antico testo trascritto è un privilegio del re Ruggero alla città di Messina, datato 5 maggio 1129. Il testo era stato già studiato dall’Università di Messina e, lo scorso anno, è stato totalmente digitalizzato dal Sistema Bibliotecario dell’Ateneo Messinese al fine di essere messo a disposizione degli studiosi.

“Il Liber Rubeus – ha aggiunto Sidoti – si configura come una risorsa preziosa per comprendere l’evoluzione del sistema amministrativo all’interno del Comune di Patti. Il Libro Rosso permette di analizzare le strategie utilizzate dai Giurati, che erano scelti tra i membri dell’élite urbana, per sfruttare il sistema amministrativo a loro vantaggio. Dai documenti si comprende essi cercavano di ottenere privilegi e diritti dal Re, di limitare l’influenza dell’aristocrazia locale e dell’autorità ecclesiastica e di consolidare la loro egemonia sul Comune di Patti. Questo studio – ha concluso Sidoti – contribuisce anche a colmare una lacuna nella ricerca storica sulla contabilità, esplorando un periodo storico e un contesto geografico che fino ad oggi hanno ricevuto poca attenzione”.

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