Fishing for litter, il nodo dello smaltimento dei rifiuti in mare

Le problematiche dei rifiuti in mare, l’incidenza sulla pesca e lo smaltimento della spazzatura ripescata dalle imbarcazioni sono state al centro del convegno “Fishing for litter” svoltosi a Patti e organizzato da Cogeco Pesca di Portorosa, presieduta dal pattese Settimo Accetta. Il progetto si avvale del patrocinio del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana nell’ambito dell’iniziativa “Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione”.

Nel corso dei lavori ha relazionato il presidente di Fedagri pesca Sicilia, Nino Accetta. “L’obiettivo dell’incontro – ha spiegato – è quello di far prendere coscienza del problema dei rifiuti in mare da un lato sensibilizzando il comparto della pesca al rispetto delle normative relative allo smaltimento, dall’altro la cittadinanza a non gettare i rifiuti in mare o ad abbandonarli sull’arenile, ma al contrario a differenziare in maniera corretta”.

Il progetto condotto da Cogeco pesca Portorosa ha riguardato la marineria del Golfo di Patti puntando a creare un percorso di informazione sulla normativa per lo smaltimento. “Inizialmente – ha spiegato Accetta – i rifiuti pescati in mare dalle imbarcazioni venivano classificati come speciali e quindi richiedevano una procedura anche costosa per lo smaltimento dovendo essere affidati a ditte specializzate. Questo incideva notevolmente sui costi di gestione delle imbarcazioni in un periodo difficile per il settore. Recentemente, invece, la normativa è stata modificata classificando i rifiuti pescati come urbani aiutando in parte a risolvere la problematica, ma ancora non è sufficiente”.

Durante il convegno è emersa la necessità, sulla base della nuova normativa, di realizzare delle isole ecologiche nelle aree di sbarco al fine di favorire lo smaltimento dei rifiuti che le imbarcazioni tirano a bordo durante le battute di pesca. “Questo – ha aggiunto Accetta – potrebbe avvenire anche grazie alla collaborazione dei Comuni creando delle apposite aree dove i pescatori possano conferire direttamente una volta giunti in porto. Bisogna comprendere che il corretto smaltimento dei rifiuti pescati in mare da parte dei pescatori consente di avere un ambiente marino più pulito e migliora anche la qualità del prodotto ittico perchè le plastiche spesso vengono ingerite dai pesci finendo nella catena alimentare umana”.

La doppia sensibilizzazione da un lato verso lo smaltimento dei rifiuti catturati in mare e dall’altro di quelli prodotti dall’uomo, diventa una connessione importante. “In mare – ha spiegato Settimo Accetta, presidente di Cogeco pesca Portorosa – viene ripescato di tutto. Nel tempo sono statti trovate lavatrici, lavastoviglie, pneumatici, bottiglie, lattine, sacchetti di plastica. Il mare, purtroppo, è una vera e propria pattumiera dove l’opera dell’uomo molto spesso è poco rispettosa. C’è un atteggiamento forse troppo leggero che deve mutare per la salvaguardia dell’ambiente”.

Al progetto ha aderito anche la stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli tra i più importanti enti di ricerca nei settori della biologia marina e dell’ecologia. “La sensibilizzazione – ha spiegato il biologo Francesco Longo – è fondamentale per porre un freno al problema dei rifiuti in mare”.

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