Dedicato a chi legge solo i titoli

Nell’era moderna, prima del coronavirus, la gente aveva poco tempo. tutti erano impegnati a correre. Le notizie erano tante e l’attenzione era sempre più una merce rara. Per questo si cercavano scorciatoie per riuscire a tenersi aggiornati senza fare la fatica di leggere. E così i lettore si fermava a leggere solo il titolo.

Adesso, nell’era della pandemia da covid-19 il tempo c’è per tutti, costretti a restare in casa si ha la possibilità di leggere, approfondire, verificare, scegliere le notizie e non affidarsi al primo link che passa sullo smartphone senza verificarne la fonte. Ma anche al tempo del coronavirus la maggioranza dei lettori si ferma solo al titolo.

Lo sostengono i dati delle ricerche sul fenomeno. Ma capita anche di osservarlo sulla base dei messaggi, dei commenti o delle critiche ad articoli di lettori che chiaramente formulano le loro opinioni solo in base al titolo.

Una ricerca condotta alcuni anni fa da studiosi informatici francesi e americani ha evidenziato che il 59 per cento dei link di articoli condivisi sui social media non vengono cliccati: in altre parole, le persone che rilanciano notizie lo fanno solo in base ai titoli, senza leggerle. La ricerca sostiene che sia tipico del consumo moderno dell’informazione: la gente si forma un’opinione in base a un riassunto, o meglio ancora in base a un riassunto di un riassunto.

Interessante è stato l’esperimento sociale del sito satirico americano Science Post, che ha pubblicato un articolo composto da interi paragrafi di «lorem ipsum» con un titolo che catturava l’attenzione: “Ricerca: il 70% degli utenti di Facebook legge solo il titolo di quello che condivide”. L’articolo ha avuto circa migliaia di condivisioni, segno chiaro che almeno altrettante persone si sono affrettate a rilanciare il post senza nemmeno cliccarlo e aprirlo, altrimenti si sarebbero accorte immediatamente dello scherzo.

Bisogna fare i conti con questa nuova realtà, i lettori non sono più quelli di una volta. Doversi fermare a riflettere diventa solo un’ inutile scocciatura: più qualcosa è breve e d’impatto, meglio è. È il trionfo della semplificazione. L’attenzione è molto limitata, si va di fretta, si cerca di arraffare notizie alla rinfusa senza dover fare la fatica di leggere o di verificarla. Si tende a condividere il titolo che rispecchia e conferma le proprie opinioni e convinzioni e i propri pregiudizi, indipendentemente dal contenuto.

Sempre più spesso ci si imbatte in articoli seguiti da una sfilza di commenti scritti a sproposito e raramente c’è chi fa notare: “Ma l’avete letto, l’articolo?”. Tuttavia, le poche voci che tentano di ricondurre all’informazione corretta vengono completamente sommerse e naufragano in un mare di esternazioni che nulla hanno a che fare con la notizia, impedendo così discussioni approfondite o chiarificatrici.

E così diventano vere le fake news a discapito dell’informazione.

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