Patti (Me) – Un’altra opportunità svanita per il porto turistico

Mentre Santo Stefano di Camastra ottiene un importante finanziamento per la realizzazione del porto, la città di Patti sembrerebbe aver perso un’altra occasione per la costruzione dell’attesa e sognata infrastruttura.

Alcuni privati, infatti, avevano avviato, nei mesi scorsi, uno studio per l’esecuzione dell’opera. Alla fine, per motivi che non sono stati resi noti, hanno deciso di desistere, ma il progetto è stato congelato in attesa di eventuali futuri sviluppi.

In un periodo in cui, avvicinandosi le elezioni amministrative, la tematica relatica la realizzazione dell’infrastruttura portuale tornerà d’attualità, è interessante analizzare tale proposta prgettuale che era stata avviata dalla cordata di imprenditori italiani del nord interessati ad investire sul territorio.

Si tratta di un progetto sostenibile che ha alla base già uno studio di massima. La zona interessata dall’idea progettuale era quella ad est della foce del Torrente Montagnareale ed riguardava il tratto di costa che si sviluppa tra l’abitato di Marina di Patti e la contrada Playa, più precisamente, nell’area dove sorge la vecchia fabbrica delle Ceramiche Caleca.

L’idea degli imprenditori era quella di realizzare un porto turistico di dimensioni piccole che avrebbe rappresentato un volano per l’economia della zona e valorizzato il litorale. Allo stesso tempo avrebbe potuto garantire un’offerta turistica strutturata su diversi livelli, con conseguenti

incrementi delle presenze durante tutto l’arco dell’anno e con una inevitabile ricaduta positiva su tutte le attività commerciali della zona. L’opera sarebbe stata rivolta ai pescatori, ai diportisti, agli operatori turistici, ai cantieri navali e per i collegamenti con le isole Eolie.

Il progetto del porto turistico prevedeva la realizzazione di 240 posti barca con l’esecuzione di tutta una serie di infrastrutture pensate allo scopo di conferire all’opera una propria identità senza snaturare le originarie caratteristiche della costa. A tal fine era anche prevista la costruzione di un edificio polifunzionale su più piani destinato ad ospitare un centro commerciale. L’idea progettuale prevedeva anche, al suo interno, ampi spazi per la collocazione di una scuola nautica, esposizioni di imbarcazioni, attività di noleggio e centro diving. Inoltre era stata ipotizzata anche la realizzazione di spazi per l’ubicazione di un ufficio turistico ed aree da destinare alle forze dell’ordine. L’intera struttura portuale sarebbe stata dotata di impianti tecnologici innovati, volti al risparmio energetico e sostenibile.

Nelle aree esterne, il progetto di massima, prevedeva anche la realizzazione di cirva 380 parcheggi pubblici, tra cui alcuni per gli autobus. Gli investitori non avevano lasciato nulla al caso ed avevano pensato a tutto. Infatti era stata anche prevista, da una parte un’ampia zona attrezzata ed organizzata per il rimessaggio ed il deposito invernale delle varie imbarcazioni, e dall’altra la creazione di un piccolo parco urbano caratterizzato dalla presenza di alberi ad alto fusto, arredato con panchine e giochi per bambini. Tutta l’area portuale sarebbe stata collegata al lungomare Filippo Zuccarello con l’obiettivo di realizzare un’unica ideale passeggiata in grado di inserire l’importante infrastruttura nel contesto della frazione Marina con il minimo impatto ambientale ed il miglioramento della viabilità e della pubblica illuminazione. Inoltre i progettisti e gli investitori avrebbero inteso riutilizzare i materiali idonei provenienti dall’escavazione necessaria alla realizzazione di parte dell’opera per il ripascimento di quella parte di costa che si sviluppa ad est del torrente Montagnareale.

Il progetto avrebbe riguardato una superficie complessiva di 90mila metri quadrati per un investimento totale di circa 18 milioni di euro interamente finanziati da capitali privati.

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