L’insidia è visibile? Il Comune non paga i danni per infortunio

Se si conoscono i luoghi e l’insidia è ben evidente non si ha diritto al risarcimento in caso di sinistro. E’ quanto si evince da una sentenza del Tribunale di Patti emessa da giudice monocratico dott.ssa Concetta Alacqua.

I fatti risalgono all’agosto 2015 quando, intorno alle 19:30, una cittadina di Capo d’Orlando mentre percorreva a piedi il marciapiede lungo la via Andrea Doria, giunta in prossimità della via Antonello da Messina inciampava contro il bordo della copertura di un tombino, rialzata rispetto al piano della pavimentazione. La donna, dopo aver perso l’equilibrio, cadeva a terra riportando lesioni al ginocchio.

A seguito dell’incidente, la vittima presentava atto di citazione nei confronti del comune di Capo d’Orlando e richiesta di risarcimento anche alla Città Metropolitana di Messina, quest’ultima rappresentata dall’avv. Maria Rita Mondello.

La richiesta di risarcimento era motivata dalla richiedente dal fatto che il Comune di Capo d’Orlando non avesse provveduto alla manutenzione, vigilanza e pulizia del manto stradale. L’Ente paladino, dal suo canto, stante la natura provinciale della strada presso la quale si era verificato il sinistro, chiamava in causa la città metropolitana di Messina che si costituiva in giudizio attraverso l’avv. Mondello. Il legale contestava quindi la carenza di legittimazione passiva da parte dell’ex Provincia non essendo proprietaria della strada e l’evitabilità dell’incidente.

Il giudice, evidenziando che il tombino, viste le condizioni favorevoli di luce e di spazio esistente, non poteva risultare invisibile per la ricorrente che, tra l’altro, conosceva bene i luoghi ha rigettato la domanda di risarcimento. Secondo quanto riportato nella sentenza, infatti, “la conoscenza dei luoghi da parte del danneggiato è un elemento rilevante per il necessario bilanciamento tra prevenzione e cautela sotteso alla responsabilità di custodia, la presenza di una insidia non basta per vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento del danno, dovendosi tenere conto anche dell’elemento soggettivo della sua prevedibilità. In caso in cui l’insidia si trovi in un luogo ben conosciuto dal danneggiato è suo onere tenere un comportamento maggiormente prudente e diligente. In caso contrario, la sua imprudenza sarà idonea ad integrare il caso fortuito”.

Secondo il giudice, nel caso di specie, la persona offesa avrebbe potuto evitare il tombino prestando una maggiore attenzione considerando che conosceva i luoghi che frequentava abitualmente.

La ricorrente è stata, così condannata al pagamento delle spese legali in favore del Comune di Capo d’Orlando, mentre condanna l’Ente paladino a pagare le spese processuali alla Città metropolitana di Messina.

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