Salute dei migranti e dei rifugiati, l’INMP diventa centro collaboratore dell’OMS

Il ministero della Salute e l’INMP – Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà, insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno presentato a Roma, presso la sede del ministero di Lungotevere Ripa, il Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione Europea dell’OMS.

Ha aperto i lavori il ministro Giulia Grillo, sono intervenuti Piroska Östlin, Deputy Regional Director OMS Europa, Concetta Mirisola, Direttore generale INMP, Santino Severoni, Direttore ad interim OMS EURO per i sistemi sanitari e Coordinatore sanitario per la salute pubblica e la migrazione e Gianfranco Costanzo, Direttore sanitario INMP.

Il ministro Giulia Grillo ha ricordato che: “il nostro Servizio Sanitario Nazionale, di cui abbiamo pochi mesi fa festeggiato il suo 40° anniversario, tutela la salute quale diritto di tutti gli individui e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti secondo il principio di universalità e di uguaglianza.

Il nostro Servizio Sanitario è definito universalistico e, in tal senso, è già oggi in linea con le priorità identificate dal Draft Action Plan sulla salute dei rifugiati e migranti all’ordine del giorno della prossima Assemblea Mondiale della Sanità che si terrà a Ginevra nelle prossime settimane.”

“La nuova sfida per il nostro Servizio sanitario – ha dichiarato Giulia Grillo – è spostare il focus dalle tradizionali criticità, come le malattie infettive e le emergenze, alle condizioni mutate dall’arrivo di nuova popolazione di migranti, ponendo un’attenzione cruciale alla prevenzione”.

L’INMP diventa Centro collaboratore dell’OMS sulla salute dei migranti

L’OMS ha annunciato la nomina dell’INMP quale Centro Collaboratore per l’evidenza scientifica e il capacity building sulla salute dei migranti. Tale riconoscimento giunge dopo una lunga e proficua collaborazione con l’Ufficio regionale di Copenaghen che ha visto il Rapporto come uno dei prodotti scientifici più qualificati e rilevanti.

“È motivo di orgoglio per il SSN e in generale per il nostro Paese che un ente pubblico nazionale italiano abbia ottenuto un riconoscimento di così grande responsabilità e prestigio da parte del massimo organismo sanitario mondiale”, ha dichiarato Giulia Grillo.

La migrazione, fenomeno dei nostri tempi

La migrazione è uno dei fenomeni che definiscono maggiormente i nostri tempi. Questo è particolarmente evidente per i 53 paesi della Regione Europea dell’OMS, che accolgono complessivamente circa 90 milioni di migranti internazionali (circa il 10% della popolazione generale e il 35% della popolazione migrante globale), fra i quali meno del 7,4% sono rifugiati. 

Il Rapporto, presentato oggi, è il primo del suo genere in quanto fornisce sia un’istantanea della salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione sulla base dell’evidenza scientifica, sia un quadro chiaro delle risposte al fenomeno da parte dei relativi sistemi sanitari.

Il rapporto, prodotto dal “Migration and Health Program” dell’OMS, con il contributo scientifico e il supporto finanziario dell’INMP, è stato presentato per la prima volta a gennaio 2019 a Ginevra, presso la sede dell’OMS, e successivamente sono state effettuate altre presentazioni in alcuni Paesi della Regione.

Il Report on the health of refugees and migrants in the WHO European Region: no public health without refugee and migrant health, di cui l’INMP ha coordinato le attività di studio epidemiologico, raccoglie e analizza le evidenze contenute in più di 13.000 documenti di letteratura a partire dal 2014, relativamente allo stato di salute dei rifugiati e dei migranti presenti nei 53 Paesi della Regione Europea dell’OMS.

Dall’analisi risulta che la maggior parte delle evidenze scientifiche raccolte si concentra sulle malattie infettive, mostrando che i rifugiati e i migranti possono essere più vulnerabili sia nei luoghi di origine, sia di transito che di destinazione, a causa, ad esempio, dell’alta prevalenza di malattie infettive in alcuni Paesi di partenza, dei problemi nell’accesso ai servizi sanitari o di condizioni di vita deprivate nei Paesi di transito e destinazione. Ma risulta anche che vi è un rischio molto basso di trasmissione di queste malattie alla popolazione dei Paesi ospitanti. Infatti, la maggior parte di coloro che giungono nei Paesi europei è sostanzialmente in buona salute, confermando l’ipotesi del “migrante sano”, legata alle buone condizioni di tali individui alla partenza.

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