Patti – Secondo l’Istat i flussi turistici hanno scarse ricadute economiche

Con l’approssimarsi dell’inizio della stagione estiva interessanti sono i dati forniti dallo stesso Istat nell’ultimo rapporto sul territorio italiano che analizza anche l’aspetto turistico di 970 comuni costieri. I dati dell’istituto di statistica si riferiscono al 2019 e analizzano come la concentrazione dei flussi turistici si rifletta sia sull’economia e l’occupazione sia sulla pressione antropica sperimentata dalle singole realtà delle aree costiere.

Nello studio rientra anche la città di Patti identificata assieme ad altri 103 centri italiani, vulnerabile, ovvero con alta pressione turistica ma bassa produttività. Secondo i dati Istat “la correlazione tra pressione turistica e valore aggiunto è poco significativa”. Patti rientra tra i primi 10 centri in questa categoria per fatturato ma con un basso valore aggiunto ed un’alta pressione turistica che, secondo l’istituto di statistica, renderebbe vulnerabile il territorio che “a fronte di flussi cospicui di turismo, non vedono particolari ricadute economiche positive”.

Secondo i dati Istat, reperibili sul sito dell’Istituto di Statistica e riferiti al 2019, a Patti sarebbero presenti 25 esercizi extra-alberghieri, 2 capeggi e villaggi turistici, 4 alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, 5 agriturismi, 14 bed and breakfast per un totale di 1830 posti letto. Sono censiti, inoltre, 9 esercizi che rientrano nel settore alberghiero per complessivi 665 posti letto.

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