Patti – La delibera di pre-dissesto al vaglio del consiglio. Sabato in aula alle 14,30

Seduta straordinaria ed urgente per riproporre il ricorso alla procedura del riequilibrio finanziario pluriennale. Si riunirà sabato 19 dicembre alle ore 14:30 il civico consesso di Patti per tornare a votare la proposta di avvio dell’iter del pre-dissesto già bocciata dal civico consesso il 17 novembre scorso.

Che l’amministrazione guidata dal sindaco Mauro Aquino avrebbe riproposto questa strada per salvare i conti dell’Ente era nell’aria da diversi giorni. Ma l’esito del voto, adesso, non appare possa essere diverso da quello già registratosi in precedenza.

Il responsabile del servizio finanziario dell’Ente, dott. Carmelo Torre, nell’ottobre scorso, aveva evidenziato la presenza di una massa passiva di 3.424.429,87 euro che, insieme allo squilibrio di parte corrente del redigendo bilancio 2020/2022, creava uno squilibrio strutturale in grado di provocare il dissesto finanziario. Già il rendiconto 2019 aveva evidenziato che l’Ente era strutturalmente deficitario.

Nella proposta di avvio del pre dissesto si legge che “la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ha come presupposto l’impossibilità per l’ente di ripristinare l’equilibrio di bilancio e dare copertura credibile, sufficientemente sicura, non arbitraria o irrazionale alla situazione debitoria complessiva fuori bilancio attraverso gli strumenti ordinariamente previsti dal Tuel”.

“Lo squilibrio – riporta la delibera – si individua, sostanzialmente, nell’incapacità di adempiere alle proprie obbligazioni secondo esigibilità a causa della mancanza di risorse effettive a copertura della spesa e della correlata mancanza o grave carenze di liquidità disponibile.

Inoltre si evince dalla proposta di riequilibrio la necessità, ai fini della sostenibilità del piano, dell’attivazione del fondo di rotazione in quanto l’Ente ha un notevole squilibrio di cassa e non può far ricorso ad aumento dei tributi locali diversi dall’Imu, in quanto già deliberati nella misura massima consentita dalla legge. Inoltre per accedere al fondo di rotazione l’Ente deve provvedere all’alienazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili per i fini istituzionali e alla rideterminazione della dotazione organica. La richiesta del fondo di rotazione è di 300 euro per abitante, ovvero l’importo massimo fissato dalla normativa.

La durata del piano di riequilibrio dovrebbe essere di 10 anni ed in questo periodo l’Ente “è tenuto ad assicurare, con i proventi della relativa tariffa, la copertura integrale dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e del servizio acquedotto”.

In caso di voto favorevole il piano vero e proprio dovrà essere esitato dal civico consesso entro 90 giorni. Ma, a meno di sorprese dell’ultim’ora, sembrerebbe che le posizioni politiche siano rimaste invariate e quindi l’amministrazione non avrebbe i numeri per l’approvazione anche a fronte del fatto che l’opposizione non avrebbe ancora ricevuto la documentazione richiesta sui debiti dell’Ente e quindi sarebbe orientata a riconfermare il voto di astensione del 17 novembre scorso.

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